Secondo quanto emerso
tramite Kotaku,
a causa di una violazione di un contratto "di non collaborazione" con la concorrenza di Jeremy Stieglitz, all'epoca impiegato di Trendy e ora game designer presso Studio Wildcard,
Trendy ha richiesto tramite i propri avvocati lo stop della distribuzione di Ark: Survival Evolved, poiché concepito quando Jeremy era ancora sotto contratto con la Trendy Entertainment, società sviluppatrice della serie di Dungeon Defenders, e che quindi, in base ai contratti che la stessa società fa stipulare ai propri dipendenti, l'idea di base utilizzata nei mesi a seguire per Ark sarebbe una proprietà intellettuale dell'azienda, che accusa inoltre lo sviluppatore di aver cercato di "portar via" sviluppatori da Trendy per portarli allo Studio Wildcard, di cui la sua moglie è cofondatrice.
Una delle prove dell'accusa è che la fondatrice dello Studio Wildcard abbia utilizzato il suo nome da nubile (Susan Browning) per tenere nascosta la sua parentela con Jeremy Stieglitz, cosa che non ha fatto per altre sue opere finanziarie, quali la sua panetteria in Florida. Altra accusa è che Susan non è una programmatrice o una designer, ma una panettiera, quindi - alludendo al marito - a fare "il lavoro duro" dovrebbe essere stato qualcun altro.
Studio Wildcard ha difeso il proprio titolo, cercando di dimostrare come il contributo di Jeremy non sia stato essenziale per la creazione del concept da cui si è sviluppato il sandbox che oggi conosciamo. Il prossimo 27 aprile sarà deciso dalla corte della Florida se sospendere le vendite o meno del titolo nel territorio americano, solamente a titolo "precauzionale", tale evento non potrà comunque influenzare la vendita in altri mercati, salvo decisione interna di Valve.
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