BioShock Infinite

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BioShock Infinite

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Bioshock infinite è un videogioco sviluppato da Irrational Games pubblicato a febbraio 2013 da 2K Games sulle piattaforme Windows, PS3 e Xbox 360 e dal 29 agosto 2013 su MAC. Il gioco appartiene al genere dei First Person Shooter, italianizzato in Sparatutto in prima persona, ed è completamente slegato ai due precedenti Bioshock se non per alcuni riferimenti minori. L'ambientazione è di tipo steampunk e buona parte della trama è ispirata alla teoria dei “multiuniversi” e al fenomeno del “Butterfly Effect”.

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La trama di base è abbastanza semplice: il protagonista, Booker DeWitt, per pagare alcuni debiti di gioco viene assunto a forza per salvare una ragazza, di nome Elizabeth, tenuta prigioniera nella città volante di Columbia.
Da qui il giocatore si vedrà proiettato in aria da un razzo partito dal faro in cui è stato accompagnato nella fantastica città volante di Columbia, di forte ispirazione suddista. Il giocatore, dopo un battesimo religioso, potrà entrare in città e farsi sommergere dalla vita della città, in un ambiente decisamente vivo ambientato in una festa cittadina: qui il giocatore potrà fare pratica con il tiro a segno, scoprire la nuova forma dei Plasmoidi, ottenendo il primo, e cominciare ad ambientarsi nella città fino a quando, durante una lotteria a cui viene costretto a partecipare dagli avvenimenti, la popolazione nota la sua cicatrice a forma di “AD” sul dorso della mano destra questo, come il giocatore ha potuto scoprire prima da un poster, lo identifica come nemico della popolazione, con il nome di “falso profeta”, e di conseguenza due poliziotti tenteranno di arrestarlo.
Ovviamente il nostro protagonista non si farà arrestare ed eliminerà i due poliziotti con una scena da far invidia a Pulp Fiction, ottenendo quindi la pistola di un poliziotto e uno strumento per utilizzare le immense zipline – definite nel gioco SkyLine – di Columbia. Il protagonista si farà quindi strada verso il monumento in cui è tenuta prigioniera Elizabeth, liberandola in una rocambolesca fuga aerea.

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Andando avanti nella trama si scoprirà che Elizabeth è dotata di straordinari poteri: ella è infatti in grado di aprire dei varchi verso nuove dimensioni che possono differire per tempo o per alcuni dettagli, come avvenimenti svolti in maniera differente o personaggi con approcci differenti verso il nostro protagonista. La trama scorre abbastanza leggera e classica fino alle battute finali, in cui la trama acquisisce un profondo pathos. Evito ulteriori spoiler per non rovinare la trama – uno dei componenti meglio riuscito di questo gioco – a chi deve giocarlo ma concludo definendo la trama di questo gioco una delle migliori mai viste in questa generazione.

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Il gameplay è piuttosto classico parlando di un fps, salvo per la disposizione poco felice dei tasti di default nella versione PC: quanto è scomodo mirare con il collimatore metallico premendo Z?
Potremmo portare con noi fino a due armi per volta ma munizioni per tutte le armi e, nel caso fossimo a secco di munizioni, vi sono sparsi per la mappa dei negozi che vendendo le munizioni di ogni arma da noi scoperta.

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Il gioco ha una impronta assai action e frenetica, saranno pochi i momenti in cui non verremo circondati da nemici, con continui combattimenti da diverse altezze, perché la città di Columbia è formata da chiatte volanti a differenti altezze ed anche i nemici sanno usare le SkyLine.
Componente abbastanza inusuale del combattimento è Elizabeth, che non starà ferma al riparo a farsi proteggere dal “cavaliere di turno” ma continuerà a cercare rifornimenti per noi, passandoci armi cariche quando finiremo i colpi, dandoci dei medicamenti nel caso fossimo feriti o sali nel caso non avessimo abbastanza potere per usare i Vigor. Tali aiuti non avverranno sempre ma casualmente, ergo non verremo sempre salvati da morte certa da un medkit lanciato dalla fanciulla ne potremo permetterci di sparare alla rambo con la certezza di essere costantemente riforniti di colpi: quello che è certo è che Elizabeth ci dia risorse in base alla sua effettiva presenza nella mappa: se per terra ci sono armi cadute a terra dei nemici ci passerà prevalentemente quelle, anche se nelle difficoltà più basse gli interventi miracolosi, ovvero il passaggio di risorse non presenti quali medkit in una mappa oramai vuota, sono molto più frequenti.

L'intelligenza artificiale è assai stupida per la media dei giochi attuali anche se ha quel minimo di intelletto per mettersi al riparo e non prendere proiettili su proiettili.

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Le armi a disposizione del nostro protagonista spaziano dalla pistola, una replica di una Mauser di inizio secolo, a mitragliatrici cloni di uno Sten e armi Gatheling a manovella, oltre che a lanciagranate a tamburo, carabine (copie dell'M1 Garant) e molte altre. Tutte le armi possono acquisire quattro potenziamenti da un particolare negozio e saranno abbastanza costosi, tali potenziamenti non introducono nuove modalità di fuoco ma si limitano a migliorare le caratteristiche delle armi, come maggiore capienza, maggiore danno o velocità di fuoco o ricarica.
Nel combattimento hanno un grande peso anche i Vigor, nuova forma dei Plasmoidi -particolari poteri "magici", marchio di fabbrica di Bioshock - dei precedenti capitoli, utilizzati sia dal protagonista che dai nemici, se pur in diverse forme. I plasmoidi consumano una loro barra energetica chiamata Sali e hanno diversi effetti, dalla granata incendiaria al bloccare i proiettili in arrivo fino a lanciare uno stormo di corvi assassini contro i nostri nemici. Sinceramente non mi sono sembrati tutti particolarmente utili: se pur interessanti molti sono semplicemente poco efficaci o poco pratici, anche se alcuni hanno anche un effetto ambientale: infiammare un nemico sopra una perdita di petrolio o fulminarlo sopra una pozza d'acqua infatti infliggerà maggior danno. Anche i Vigor sono potenziabili ad un apposito negozio.

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I nemici variano dal semplice soldato ad una specie di uomo-macchina definito come “Handyman”, anche definito “il BigDaddy di Bioshock Infinite”, comprendendo anche soldati capaci di usare singoli Vigor, utilizzandoli in maniera impossibile per il protagonista, o soldati completamente meccanici.

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Le ambientazioni sono molto aperte e colorate, la gamma del gioco è sui colori pastello, e complice il grande uso delle SkyLine si ha sempre una grande visuale della città fluttante. Il tema delle ambientazioni è steam-punkeggiante, mostrando una città ideale suddista con una tecnologia impossibile per quell'epoca, con tanto di chiatta-spiaggia per le vacanze, abbinate ad alcune zone degradate come una fabbrica di fine 800, con turni massacranti e assoluto disprezzo per i diritti dei lavoratori, e zone povere e devastate. Le ambientazioni sono tutt'altro che “morte”: quando non si è in combattimento si possono sentire vivi dialoghi fra gli abitanti di Columbia e vederli vivere nella loro città in maniera abbastanza realistica, anche se aspettando troppo si nota una marcata ripetizione nei loro dialoghi. Le mappe dei vari capitoli non sono un corridoio scriptato, permettendo spesso delle deviazioni, anche di pochi passi, e diverse missioni secondarie, è infatti utilizzato un arteficio molto old-school: spesso la mappa del capitolo è una sola mappa, dalle dimensioni abbastanza grandi, e i vari step del capitolo non faranno altro che spedirci in lungo e largo di tale mappa.

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Merita un paragrafo la caratterizzazione dei personaggi: non tanto quella del protagonista, che come in Bioshock è solo abbozzata e la sua storia avvolta nel mistero e che si dipanerà nel corso della storia, ma quella di Elizabeth: cresciuta fino ai 19 anni senza alcun contatto umano si ritroverà a poter fuggire e vedere il mondo per la prima volta, a dover quindi vedere il “mondo di fuori” anche se circondata dalla violenza dell'ambiente esterno, oltre a quella scatenata dal suo compagno a causa dell'arrivo di soldati per arrestarli. Il suo è un personaggio profondo, che più di una volta vi stupirà, sia per il suo atteggiamento, spesso ingenuo, sia per la sua maturità lampo: passerà dal seguirvi felice di poter essere “portata a Parigi” al comandarvi a bacchetta poi. Notevole anche la sua animazione facciale, come quella di tutti i personaggi del gioco – si può dire che sia una delle migliori di questa generazione videoludica – sia come cambia tutto di lei nel progredire nel gioco e quindi al crescere della violenza che ella dovrà sopportare: si passerà da una Elizabeth spensierata ad una Elizabeth cupa, che si appoggerà o si siederà ogni momento possibile a braccia incrociate e con lo sguardo torvo a riflettere, ovviamente cambierà anche il suo comportamento lungo tutta la trama, rendendovi partecipi della sua maturazione e presa di responsabilità.

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In definitiva Bioshock Infinite si attesta come uno dei capolavori della fine di questa generazione, con un gameplay che non offre in realtà nulla di nuovo, sia al genere che alla saga, ma offre una trama come poche se ne sono viste. Se per voi una trama dannatamente epica, da farvela ricordare e rifletterci sopra per giorni dopo aver finito il gioco è un punto cardine amerete questo gioco alla follia se invece ve ne fregate della trama, del cercare i documenti nel gioco per approfondire una trama cosi complessa da fottervi la mente e preferite semplicemente sparare fino a fine gioco vi consiglio di non acquistarlo: se per chi è interessato alla trama questo gioco si tramuta in ore per comprendere la trama cercando tutti i collezionabili per chi è invece interessato ad un fps “iGNorante” in cui sparare sostanzialmente dall'inizio alla fine, dando alla trama la stessa importanza che avrebbe in un film porno, si ritroverebbe ad un gioco dalla durata di 9 ore a difficoltà normale senza nessuna altra forma che lo incentivi a riprendere in mano il gioco, come una modalità multiplayer.
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