Possono complicare quanto vogliono l'algoritmo che regola il PageRank, ma se questo algoritmo viene scoperto da qualcuno le googlebombing sono sempre possibili
L’ennesima fonte di imbarazzo per il Vaticano giunge da internet e dal principale motore di ricerca della Rete, Google.
Da qualche ora, infatti, inserendo ‘vatican’ sulla stringa del motore di ricerca si ottiene il link ‘www.pedofilo.com’. L’item, il primo dei risultati, risulta essere legato al sito della Santa Sede (The Holy See), i cui responsabili hanno immediatamente segnalato la scomoda anomalia a Google.
Intanto il direttore della sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi, auspica che l’inconveniente possa essere presto risolto.
Da Mountain View Google riferisce: «Stiamo analizzando la situazione e cercando di risolverla quanto prima; stiamo valutando le cause, non si è trattato necessariamente di un hackeraggio»
Anche questa volta il sistema utilizzato potrebbe essere il cosiddetto ‘googlebombing’, una tecnica che sfrutta l’algoritmo PageRank usato dal celebre motore di ricerca in base al quale viene attribuita importanza a una pagina in rapporto al numero di link verso di essa contenuti all’interno di altri siti web.
A gennaio del 2007, il colosso di Mountain View aveva fatto sapere di aver sconfitto il ‘googlebombing’, ma pare che gli hacker non si siano lasciati intimorire e siano riusciti a scovare (è il caso di dirlo) qualche altra “diavoleria”.

A quanto pare hanno rimediato: ho provato io stesso ma compare l'indirizzo web del vaticano (altro che crociate contro la tecnologia
