
A Slaughter, Louisiana, un bambino di 8 anni ha ucciso la nonna quasi novantenne (Marie Smothers, 87 anni). Un bruttissimo fatto di cronaca nera. Perché ne parliamo? Perché, a quanto sembra dai primi rilievi degli agenti di polizia il bambino aveva appena finito di giocare a Grand Theft Auto IV.
Pancia mia fatti capanna, avrà sicuramente esclamato qualche bontempone della stampa generalista, che non ci ha pensato due volte a titolare "Bambino spara e uccide la nonna dopo aver giocato a Grand Theft Auto". Il titolo riporta fedelmente i fatti, ma inevitabilmente rimanda all'ennessima accusa contro i videogiochi.

E' ovvio, può anche essere che un bambino sia influenzato, ma si parla di casi molto rari. Per esempio io gioco a GTA dall'epoca di San Andreas, e devo dire che non vado in giro brandendo mazze da baseball o bazooka. Dobbiamo anche considerare che lasciare incustodita una calibro 38 in casa con un ragazzino di 8 anni che va a zonzo curioso di toccare qualsiasi cosa, sopratutto dopo averla vista nella mano del suo Alter Ego virtuale, non è una cosa ammissibile.
Negli Stati Uniti, dove acquistare un'arma è più facile che bere una birra, però può succedere di tutto, anche che si lanci l'ennesima crociata a testa bassa contro i videogiochi. E può succedere che in Italia ci si accodi senza farsi domande. Il problema della diffusione delle armi, che non sono certo giocattoli o videogiochi, passa sotto traccia. Come si dice? Quando il saggio indica la Luna lo stolto osserva solo il dito.